E’ venuto a mancare ieri mattina, 9 novembre, Luigi “Gigi” Mario, Engaku Taino.
Il Presidente e la Sezione di Roma del CAI partecipano al dolore della famiglia, della moglie Kioka e dei figli Lea e Alvise.

Gigi Mario, nato nel 1938, ha attraversato con il suo spirito fermo ma lieve oltre 60 anni della nostra storia. Apre ventenne al Gran Sasso le vie più difficili e più belle di quegli anni, diventa guida alpina, maestro di sci, ed è il primo gestore del rifugio Franchetti. Parte per il Giappone dove diventa maestro buddhista e quando torna in Italia in Umbria, Scaramuccia diventa un nome familiare per chi vuole fare pratica Zen e per aspiranti arrampicatori e alpinisti; dalla sua scuola escono Fabio e Cristiano Delisi, Paolo Caruso e Germana Maiolatesi che lasceranno importanti tracce nella nostra storia alpinistica. Tanti anni fa proprio Fabio disse che Gigi Mario aveva un potere magico nell’arrampicata, e vederlo ancora solo pochi mesi fa su qualche parete sembrava confermarti che questa magia non fosse venuta meno con l’età.
Desideriamo ricordarlo, riprendendo il riferimento dal sito della sua associazione, con le parole di una canzone di cui parlava Taino nel 2012 in uno scritto sulla morte.

Sulla mia tomba non versare il tuo pianto

Sulla mia tomba non versare il tuo pianto,
Non sono morta; io dormo soltanto.
Io sono nel vento che alita lieve,
E nei diamanti di soffice neve,
Io sono nel sole che matura il grano,
E nella pioggia che cade pian piano.
E quando ti desti di primo mattino
Io sono nel frullìo d’un uccellino.
Io sono nella dolce luce d’una stella
Che brilla ed è sempre più bella.
Non piangere su questa mia dimora,
Io sono altrove; non sono morta ancora.

Do not stand at my grave

by Mary Elizabeth Frye

Do not stand at my grave and weep,
I am not there; I do not sleep.
I am a thousand winds that blow,
I am the diamond glints on snow,
I am the sun on ripened grain,
I am the gentle autumn rain.
When you awaken in the morning’s hush
I am the swift uplifting rush
Of quiet birds in circling flight.
I am the soft star-shine at night.
Do not stand at my grave and cry,
I am not there; I did not die.